Coronavirus e influenza. Un documento dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), ne spiega le differenze. Adesso è evidente che la nuova pandemia non è solo un’influenza o qualcosa appena più grave. Questo paragone, indotto dalla somiglianza dei sintomi e delle vie di trasmissione, è stato usato, per negare, sottovalutare, tranquillizzare. Il suo messaggio era: ogni anno muoiono migliaia di persone per influenza. Le vittime sono persone vecchie e già malate. Con il Coronavirus è lo stesso. È una follia averne paura, pensare di chiudersi in casa, chiudere tutto. Sottotesto: noi giovani, belli e sani possiamo andare avanti come se niente fosse. Al limite, cerchiamo di recludere i più fragili e di proteggerli alla meglio, come facciamo per altre malattie, l’influenza, appunto.
Questo discorso cinico ed egoista per fortuna in Italia è rimasto minoritario, perché nel paese prevale una cultura solidaristica, che vuole curare e salvare tutte e tutti, anche chi sembra molto malandato e senza speranza. La riluttanza a fermarsi si è ammantata di volta in volta di motivi economici o libertari, ha trovato tra i suoi interpreti ciarlatani compulsivi desiderosi di mettersi in evidenza e talvolta, ha preteso di essere scientificamente fondata. Ma non poteva esserlo, perché il Coronavirus Covid-19 era, ed è ancora in molta parte, sconosciuto. Affrontare la pandemia, senza farmaci adeguati, senza sapere come il virus Covid-19 potrà mutare, con la scommessa dell’immunità di gregge, significava andare incontro a un suicidio collettivo. Come ha rischiato di fare la Gran Bretagna, che oggi con il suo ritardo spera di poter avere solo ventimilamila morti. O gli USA che ne sperano solo cento o duecentomila.
Coronavirus e influenza. I morti “per” e “con”
Un retaggio di questa irresponsabilità è la distinzione tra i morti “Per Coronavirus” e “Con Coronavirus”. Come se gli effetti di una malattia dovessero essere misurati su una popolazione perfettamente sana. L’assurdità di questa distinzione nel dibattito pubblico si rivela proprio nei confronti con l’influenza. Quando si sparano cifre di dieci, ventimila morti l’anno, non passa neanche per l’anticamera del cervello di separare i “ per” dai “ con”. Sono praticamente tutti “ con “.
L’istituto superiore della sanità calcola ottomila morti, per complicazioni dovute a influenza. La dottoressa Maria Rita Gismondo ha detto novemila quest’anno. Le vittime del Coronavirus sono ormai più di diecimila. E non abbiamo ancora raggiunto il picco dei contagi. Un numero sottostimato, forse di quattro volte. Il bilancio finale sarà pesante e non osiamo pensare cosa sarebbe stato senza il lockdown.